Sono convinta che tutto ciò che indossiamo non è altro che un’estensione del proprio sé e ci permette di portare all’esterno ciò che sentiamo dentro.
Qualche mese fa, chiesi ad un amico cosa ne pensasse dei miei occhiali da vista. La sua risposta mi portò ad associare gli occhiali ad una maschera e in un attimo iniziai a scandagliare i miei ricordi e le letture fatte in questi anni, et voilà! Mi apparve come un’insegna luminosa “uno, nessuno, centomila” di Luigi Pirandello.
Riporto uno dei suoi pensieri, che sottolineai perché mi colpì molto e mi diede spunti di riflessione:
“Una realtà non ci fu data e non c’è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile.”
Ciascun essere umano è una forma di vita in sé stessa unica e irripetibile e come tale dovrebbe portare all’esterno questa sua unicità.
L’indossare le maschere, nascondendo così la nostra unicità e individualità, è un po’ come diventare qualcun altro.
Forse sarà anche per questo motivo, che apprezzo poco la serialità.
Sapevate che nel XVI secolo l’inquisizione tentò di presentare l’occhiale come strumento del diavolo? Un tentativo che durò poco nel tempo.
Per curiosità personale, ho fatto qualche ricerca per capire in quale epoca furono inventati gli occhiali da vista, scoprendo che nel X secolo, Ibn al-Haytam un matematico arabo, con i suoi studi diede un contributo significativo ai principi dell’ottica e della percezione visiva, nel XIII secolo invece, si attribuisce la produzione delle prime lenti da vista a dei vetrai veneziani. I primi occhiali non avevano una montatura, erano semplicemente due lenti unite insieme e venivano tenute vicino agli occhi con le mani. Solo negli anni ’20 si trasformeranno in ciò che utilizziamo oggi.
A fine febbraio di quest’anno ho avuto il piacere di partecipare, come visitatrice, al Mido Eyewear Show a Milano, il più grande evento internazionale dedicato al settore dell’occhialeria. In quei giorni ho potuto constatare di persona come gli occhiali, soprattutto da vista, siano cambiati.
Fino a qualche anno fa erano considerati accessori antiestetici e non proprio comodi per chi li indossava, oggi sono veri e propri accessori di design.
Non potrò mai dimenticare il mio professore di matematica delle medie, i suoi occhiali avevano una montatura molto spessa, le lenti sembravano dei fondi di bottiglia e i suoi occhi erano due puntini piccoli, solo quando li toglieva si riuscivano a vedere bene gli occhi.
Posso ritenermi fortunata perché è solo da qualche anno che indosso gli occhiali da vista tutto il giorno. Di aziende che producono occhiali da vista di qualità e particolari ce ne sono tante e spesso c’è l’imbarazzo della scelta, ma credo che sia di fondamentale importanza scegliere stile e colore giusto, e che siano in armonia con il nostro viso e stile.
Prima di acquistare i miei occhiali da vista, ho provato delle bellissime montature ma c’era sempre qualcosa che non mi convinceva. Quando ho provato Alfred, (Bob Sdrunk) è stato amore a prima vista.
Nella foto: occhiali Bob Sdrunk presso ottica Occhinegro a Taranto.
Credit foto Giuliano Ricciardi