La risposta sorge spontanea: andando alla ricerca di outfit che siano affini al mio essere.
A fine novembre 2019, ho avuto il piacere di accompagnare un amico Giuliano Ricciardi Interior Designer fondatore d-Lab studio, vincitore del contest “Design With Gres 2019”, all’evento Gress&Dress, organizzato da Spaziobianko e Olivieri Ceramiche. In quell’occasione ho incontrato “Silente“, slow brand ideato e autoprodotto dalla Fashion Designer Francesca Iaconisi che presentava la sua nuova collezione.
La parola silente mi ha riportato alla definizione della parola stessa: “immerso nel silenzio”. Spesso il termine “silenzio” fa paura perché viene associato ad uno stato di vuoto negativo, che genera mancanza, ansia e disagio, un senso di punizione, ma in realtà questi momenti sono come un dono per noi stessi, che viviamo in una società del rumore e dove abbiamo poche possibilità di stare in silenzio, di ascoltare noi stessi, la nostra voce interiore. Tramite un ascolto profondo, semplicemente osservando e ascoltando, abbiamo la possibilità di entrare in noi stessi, nel nostro centro, di entrare in contatto con la nostra essenza, la nostra parte più luminosa.
Come diceva anche Jiddu Krishnamurti: “Il silenzio interiore è come lo sbocciare di un fiore, quando si apre rivela quello che era già presente”. E allora perché non creare il proprio stile esprimendo ciò che realmente siamo? Sono andata a trovare Francesca Iaconisi, fashion designer e fondatrice del brand Silente splendido spazio a Lecce. La sua passione per l’abbigliamento c’è sempre stata fin da bambina quando si ritrovava a giocare con le sue Barbie. Questa passione l’ha portata a trasferirsi a Bologna dove ha vissuto per dieci anni. Si è formata presso ZoneModa, spazio di didattica e ricerca, una realtà molto interessante sia dal punto di vista della formazione che della community dell’università di Bologna, che le ha permesso di conoscere più da vicino, anche da stagista, il mondo della moda.
Ad un certo punto del suo percorso formativo e lavorativo ha avuto una crisi d’identità. La sua anima un po’ romantica e idealista l’hanno portata a porsi delle domande: “era proprio quella la strada da percorrere, visto che c’erano una serie di cose che non trovava giuste e non in sintonia al suo modo di essere?” Il suo mettersi in discussione l’ha portata ad avvicinarsi allo slow fashion, moda lenta e quindi etica. Per Francesca era ed è importante, non solo fare ed assaporare la ricerca, ma anche la connessione che si instaura tra lei che crea, con la sua idea di femminilità e di chi indossa i suoi capi. Ha realizzato due book intitolati “This is me”, dove elabora la moda secondo lei e dove nasce poi l’idea di coniare il termine “Silente”, comunicare attraverso ciò che indossiamo l’estensione dell’io, del sé, della propria personalità; “l’abito sussurra silente ciò che sei”. Esattamente l’opposto di come oggi è concepito il sistema moda
Francesca mi racconta che molto probabilmente il suo stile si sia caratterizzato anche grazie a sua madre, che per sua comodità da mamma, da bambina le tagliava sempre i capelli, le faceva indossare tute e scarpe non proprio femminili e in spalla zaino Invicta blu, quando la maggior parte delle sue compagne di classe indossava gonnelline a pieghe, calzettine con riccetti, scarpe in vernice e zaino di Barbie. Nelle sue prime collezioni erano presenti merletti e il pink era il colore predominante; certo oggi il colore rosa è ancora presente ma è più tenue, polveroso è un po’ antico.
Osservando e indossando i capi Silente si percepisce la sua idea di femminilità sofisticata e non convenzionale che Francesca ha sviluppato negli anni. E allora non posso fare altro che ringraziare la mamma di Francesca, perché è anche un po’ merito suo, se la figlia riesce ad esprimere attraverso la creazione delle sue collezioni quella femminilità, sensualità, eleganza e unicità che ogni donna dovrebbe esprimere attraverso gli abiti e gli accessori. Francesca dice che tende a vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto ma nello stesso è davvero contenta degli obiettivi raggiunti fino ad oggi, perché nonostante per una donna sia difficile fare imprenditoria al sud, lei è riuscita a creare un’impresa di autoproduzione, senza aver ricevuto investimenti esterni e, grazie ai suoi meriti, è riuscita ad aprire il suo Store a Lecce vincendo il Pin della regione Puglia.
Oggi Silente è composto da due figure professionali: Francesca, fashion designer e la sorella Paola che, forte di una formazione umanistica e umanitaria, lavora in una cooperativa per i richiedenti asilo e dedica il restante tempo alla crescita del progetto Silente.
Lavorare insieme nell’ambito della moda etica, per loro non è più solo un lavoro, ma è diventata quasi una mission e la loro speranza e desiderio é che il Green nella moda possa prendere sempre più piede e consensi.
Lo sapevate che una volta per fare viaggiare le mode del momento spedivano le bamboline? Francesca mi ha raccontato che un tempo si usava fare delle bambole in miniatura con i vestiti delle mode del momento e che le fashion dolls venivano spedite di corte in corte. Uno dei sogni nel cassetto di Francesca è di vestire la Barbie con le sue collezioni in miniatura e chissà che un giorno tra le Barbie Dior, Valentino e Armani troveremo anche Barbie Silente.
Lucrezia Russo