La moda veloce o come si suol dire Fast Fashion sicuramente ci porta ad avere nel nostro armadio una ricca scelta di capi che a volte non riusciamo neanche ad indossare tutti, restano lì. La mia filosofia, e per fortuna non solo mia, è: pochi ma buoni. Preferisco avere meno capi di abbigliamento ma di qualità non necessariamente costosi e riuscire a creare con gli stessi degli outfit differenti.
Faccio mia la citazione di Epitteto : “Sappi prima di tutto chi sei e ornati di conseguenza”.
Considero ciò che propone la moda come uno spunto per poi poter creare uno stile che mi rappresenti di più, infatti la mia scelta va sempre su capi che mi trasmettano qualcosa e indossandoli riescano ad essere la mia estensione, uno dei tanti motivi per la quale spesso la mia propensione va verso l’acquisto di capi sartoriali. Ho avuto il piacere di incontrare Ida Chiatante una Fashion Designer pugliese di abbigliamento ed accessori donna e, soffermandoci su come nasce un capo di abbigliamento sartoriale, ho trovato molto interessante conoscere i dettagli su tutto ciò che c’è dietro alla realizzazione di un capo finito. Ida nasce professionalmente a Milano, in questi anni si è creata un buon bagaglio professionale che le permette di esprimersi.
Ha collaborato con diversi Studi, Attività Aziendali e Commerciali sia sul territorio Lombardo che in quello Pugliese.
Pur provenendo dall’Industrial Design, quindi da una formazione sulla produzione seriale, una volta tornata in Puglia, sostiene: “Sono caduta come Alice nel paese delle meraviglie nel mondo delle botteghe sartoriali, luogo in cui mi rifugio per riappropriarmi del mio Tempio Interiore”. La prima volta che entrò in una sartoria la colpì in modo particolare la costruzione della giacca, che per lei è come un’opera d’arte di architettura fatta di fettucce di crine e tessuto. Dopo la sua esperienza in sartoria ha realizzato anche delle giacche da uomo e ad alcune di queste ha unito il mondo della sartoria con quello della maglieria, usando a volte inserti all’uncinetto.
In altre occasioni ha portato all’esterno il tessuto che viene utilizzato per la costruzione interna mentre, per quelle più scenografiche ha lasciato a vista i punti a spina di pesce tipici del rever (risvolto del collo) della giacca. Ci racconta Ida che nel mondo dell’industria si ragiona per taglie standard e che ci sono delle metodologie per realizzare un abito che possa andare bene a più persone, perché in realtà, qualsiasi capo per poter vestire bene dovrebbe contenere due o tre taglie in una, in quanto ognuno di noi ha una propria fisicità e differenti volumetrie.
Tra il 2013 e il 2014 fonda Studio IdaKia e ad oggi è alla guida di un team composto da tre figure professionali: Ida Chiatante Fashion Designer, Mario Di Santis Illustratore Figurinista e da Carmelia Cannone Graphic Designer. Uno Studio di Consulenza che abbraccia diversi ambiti progettuali.
Le sue capsule collection sofisticate e artigianali sono inserite sotto un unico brand: “Out Couture”.
Ci tiene a sottolineare che la parola “Out” (fuori) non deve essere intesa come critica alla storia e ai grandi Stilisti e Maestri dell’Haute Couture, si riferisce bensì ad un percorso ecosostenibile. Infatti, la sua visione per il futuro è quella di diventare sempre più Green soprattutto nelle scelte dei materiali e finissaggi.
Non so a voi, ma poter conoscere tutto ciò che c’è dietro la realizzazione di un determinato capo, che possa piacere o meno, per me è un po’ come guardare un’opera d’arte.
photo credit Ida Chiatante