“Il tuo percorso e il tuo scopo diventano chiari quando inizi a fidarti della tua visione”. Bill Walsh
Alcune filosofie asseriscono che è la nostra anima a scegliere i genitori, dove e quando incarnarci, per poter vivere tutte le esperienze ed effettuare tutte le prove che le consentiranno di purificarsi. In Salvatore Carlucci la visione del percorso da intraprendere e lo scopo della propria vita si manifestano fin da bambino.
Nascere a Grottaglie (Puglia) in una famiglia composta in buona parte da ristoratori e possedere la propensione, già all’età di cinque anni, a cimentarsi con la cucina di plastica di sua sorella, non credo che si possano considerare coincidenze. La sua passione per il mondo della ristorazione, e in modo particolare per la cucina, inizia a prendere forma all’età di nove anni quando, nelle ore serali, dava una mano nel ristorante degli zii, percependo un compenso di cinque mila lire a settimana. Notato questo interesse per la cucina, i genitori di Salvatore lo mandano a lavorare – a soli quattordici anni – in un ristorante di un loro parente in Germania, dove ricoprirà il ruolo di aiuto cuoco. Salvatore Carlucci frequenta, poi, l’istituto alberghiero e partecipa ad un master di specializzazione, ma ciò che lo ha formato maggiormente, è la sua esperienza lavorativa, perché come lui stesso dice: è il mettersi in gioco e il confrontarsi con il mondo del lavoro che ti fa crescere professionalmente.
Per un periodo, ha trascorso la sua vita alternando la scuola con il lavoro in varie cucine e, durante le vacanze estive, con i classici lavori stagionali. Salvatore prova a fare imprenditoria con la ristorazione nella sua cittadina natia (Grottaglie), apre un suo ristorante per due anni e un altro per un anno, ma riconosce oggi, con una maturità differente, che saper cucinare spesso non coincide con il saperne fare impresa. Dopo queste esperienze, decide di trasferirsi e di intraprendere un nuovo percorso come cuoco personale per una famiglia a New York. Tornato in Puglia, lavora come chef in uno storico ristorante a conduzione familiare: La Barca a Taranto.
In otto anni, Salvatore è riuscito a realizzare pian piano un suo sogno: trasformare un ristorante comfort food in un ristorante gourmet, ma nonostante le soddisfazioni personali e i riconoscimenti ottenuti negli anni, sente la necessità di mettersi nuovamente in gioco altrove. Subito dopo aver terminato il percorso lavorativo alla Barca, ne inizia un altro, con le mansioni di chef, responsabile dell’organizzazione della cucina e coordinatore di tutto il personale di cucina, in uno stabilimento balneare iconico di Taranto: Canneto Beach Club.
Gli anni trascorsi al Canneto Beach Club sono stati anni gratificanti e di crescita personale. Salvatore si trasferisce, poi, a Roma e per circa 6 mesi lavora al Tomà Restaurant; un percorso breve, ma intenso, conclusosi poiché nella primavera del 2023 la proprietà decide di chiudere battenti e vendere l’attività. Nel periodo romano Salvatore era corteggiato da un’affermata azienda ristorativa presente su Milano e così, una volta terminato il rapporto lavorativo, accetta di entrare a far parte di questa nuova grande famiglia. Attualmente è l’Executive Chef del ristorante Venti d’Italia a Milano e insieme alla sua brigata ha avviato un progetto ambizioso.
Ciò che caratterizza la bravura di Salvatore Carlucci, oltre agli anni di gavetta e di esperienza acquisita a livello internazionale, è l’amore impiegato nella sua continua ricerca e sperimentazione, la sua predilezione nell’avere le mani in pasta e nel conferire un valore aggiunto alla lavorazione degli alimenti.
A chi è alle prime armi o vorrebbe intraprendere questo percorso, Salvatore ha da consigliare una ricetta dai pochi, fondamentali ingredienti: dedizione; sacrificio; pazienza; fare di tutto per far bene il proprio lavoro e, soprattutto, non crearsi nessun tipo di aspettativa, innamorandosi di ciò che si fa ogni giorno.
Attraverso il suo operato, Salvatore Carlucci intende trasmettere la bellezza di questa arte, favorendo la coesione tra gli addetti ai lavori per poter crescere professionalmente e arricchirsi umanamente, e offrire ai commensali cibo ricco di gusto, sano e sostenibile, senza rinunciare all’estro creativo.
Lucrezia Russo
Photo credit Salvatore Carlucci